Approccio clinico

Approccio clinico

Il mio modo lavorare essenzialmente consiste nel lavoro “in squadra” : non lavoro per il paziente ma lavoro con il paziente.

Non mi sostituisco a lui nelle sue scelte né do indicazioni su come debba fare o cosa debba fare delle sua vita, o quali scelte debba compiere.

Il paziente sa già tutto, spesso non sa di sapere, tutto è già in lui, ma non sa come accedere alle proprie risorse; queste in genere sono sepolte, ma sempre vive, dagli strati di sofferenza.

All'interno di una relazione di fiducia, la cui creazione ha tempi propri per ciascuna relazione terapeutica, e di dialogo riflessivo, il mio lavoro consiste nel mettere la persona del paziente nella condizione di poter accedere alle proprie risorse interiori, imparare ad ascoltare se stesso, comprendere gli stati d'animo che lo abitano (che lo agitano, angosciano, soffocano, ecc), conoscere il proprio disagio (sofferenza, sintomo) e ad affrontare le proprie asperità e difficoltà, per giungere a trovare il proprio modo di stare meglio, di stare bene e comprendere chi sia e quali i desideri, bisogni e le paure che lo muovono nel mondo. Meno siamo consapevoli dei nostri desideri, bisogni, paure, quindi meno siamo in contatto con essi, più siamo in loro balia.

Lavorare per aumentare la consapevolezza di sé è ciò che può ampliare i nostri margini di libertà, per quanto discrezionali siano (perché l'onnipotenza non è di questo mondo), e del vivere appieno la nostra esistenza, traendone la miglior soddisfazione al netto di quelli che sono gli inevitabili limiti che la realtà impone.