Elaborare il GRANDE VUOTO, è possibile?
Il lutto, che cos’è?
Il lutto ha sempre a che fare con una perdita, con la morte quindi (di una persona, ma anche di un animale, o di aspetti ideali o di condizioni di vita, come ad esempio la fine di una relazione. In questo articolo verrà trattata la perdita intesa come morte di una una persona). Che questa sia inaspettata o preannunciata, nel momento in cui avviene ci ritroviamo sempre spiazzati e disorientati di fronte al vuoto che necessariamente comporta.
Ci ritroviamo a fare i conti con ciò che resta, ovvero
con l'assenza in cui l'eco di chi non c'è più può essere assordante.
Affrontare la perdita di una persona è un compito che impegna molte delle nostre energie e richiede tempo per essere elaborata, accettata ed integrata nel nostro vissuto.
Il lutto è il dolore connesso al vuoto che lascia, dentro e fuori di noi, chi non c'è più:
è il dolore della fatica di trovare nuove coordinate di senso per orientarci nel vuoto che si è venuto a creare.
Sintomi del lutto
Occorre fare subito una precisazione,
il lutto, di per sé, non è una malattia, ma rientra tra gli eventi di vita, indubbiamente tristi e potenzialmente destabilizzanti, con cui prima o poi tutti, senza alcuna eccezione, dobbiamo confrontarci. Per cui “è normale” che dopo la perdita di una persona a cui tenevamo possiamo provare per un certo periodo stati d'animo quali: tristezza, disperazione, mancanza di energia, disinteresse per quanto prima ci coinvolgeva, irritabilità, difficoltà di concentrazione e attenzione, facilità al pianto, prostrazione legata al sentimento di incredulità prima e di mancanza e nostalgia poi, modificazioni dell'appetito e del sonno, ed anche senso di colpa.
Tali stati d'animo possono presentarsi tutti insieme o “in successione” in momenti diversi dopo la scomparsa della persona.
Possiamo considerare il lutto come un “fisiologico” processo di riparazione, svolge una funzione assimilabile a quella svolta dalle piastrine del sangue quando la nostra pelle si lacera, si ferisce: entrambi contribuiscono al fisiologico processo di rimarginazione delle ferite.
Capita però, in alcune circostanze e situazioni, diverse da persona a persona,
che questo naturale processo riparativo si blocchi e quindi il dolore della perdita si cristallizzi. Chi vive questo tipo di lutto percepisce il proprio dolore come
insuperabile, non rimarginabile.
Il lutto con il “caratteristico” corredo emotivo che lo accompagna, e a tratti scandisce, può quindi farsi
“problematico” e creare una situazione di
intenso disagio psicologico quando la prostrazione, l'afflizione e il turbamento psichico che da esso derivano tendono a perdurare nel tempo e a limitare fortemente la quotidianità della persona impoverendola drasticamente.
Come elaborare il lutto
Il percorso del lutto ha tempi estremamente diversi da persona a persona. L'elaborazione del lutto è un fatto intimamente personale il cui decorso è influenzato da diversi elementi esterni (qualità della rete sociale/amicale di chi subisce la perdita, dinamica della morte, età della persona perduta, tempo trascorso dalla perdita, ecc) ed interni alla persona (tipo e qualità del legame con la persona scomparsa, età al momento della perdita, tipo e forza del carattere, quantità e qualità degli stress vissuti a ridosso della perdita, ecc).
Per elaborare il lutto bisogna per forza andare dallo psicologo?
Certo che no, il lutto è un evento “naturale” e in linea di massima ogni persona riesce da sé a trovare un nuovo adattamento dopo la perdita. Volendo semplificare, solo per fare un esempio senza pretesa di “colare verità”, entro sei mesi dalla perdita in genere il lutto si risolve spontaneamente, ovvero la persona riesce a trovare un nuovo assestamento e ad assorbire la perdita. In poche parole il dolore della perdita si assottiglia man mano, il dolore dell'assenza si fa meno invasivo e il ricordo della persona scomparsa si amalgama con il bagaglio di ricordi che conserviamo nella nostra memoria contribuendo ad arricchire ed anche a definire la nostra esperienza di vita.
In questi casi quindi il lutto fa il suo “normale” percorso e la ferita della perdita piano piano si ripara.
Ci sono però situazioni luttuose molto delicate ed impervie per la cui elaborazione
risulta invece necessario l'intervento di uno specialista affinché la salute di chi vive il lutto non sia messa rischio.
È il caso ad esempio di
lutti traumatici, quelli improvvisi (per un incidente, per una catastrofe, per una malattia fulminante), o di
lutti complicati, ossia quelli che a distanza di tempo la nostra psiche non riesce a digerire né ad accettare. Mi riferisco ad esempio a quei lutti che sovvertono l'ordine naturale delle cose, come la perdita di un figlio (ed anche di fratelli, specialmente se piccoli).
Tra questi lutti rientrano anche quelli connessi all'aborto. Che sia attivamente ricercata o che si verifichi in maniera spontanea in momenti diversi della gestazione,
l'interruzione di gravidanza porta con sé strascichi psicologici che per la donna (ma anche per la coppia) possono essere estremamente insidiosi la cui elaborazione/risoluzione spontanea e/o da soli può essere difficilmente attuabile.
Il vuoto, che queste particolari forme di perdita creano, è grande e viene percepito da chi lo vive come insostenibile e non superabile. Non di rado le persone che vivono queste forme luttuose pensano, ed anche desiderano, di “raggiungere” la persona persa.
Quali sono i segni a cui prestare attenzione?
Se a distanza di qualche mese dalla perdita ci accorgiamo che la nostra vita, o quella di qualcuno a noi vicino, è “bloccata” e tutto risulta estremamente faticoso, tendiamo ad essere tristi e/o arrabbiati per la maggior parte del tempo, il pensiero della persona persa è “martellante”, sentiamo il mondo svuotato di qualsiasi attrattiva e di significato questi aspetti non devono essere sottovalutati. Tali manifestazioni possono essere indicative della presenza di un profondo malessere psicologico.
È quindi opportuno in questi casi rivolgersi ad un professionista per comprendere, attraversare e superare il dolore che si è fatto sovrastante.
La dr.ssa Guerra Debora nel suo studio a Rimini offre percorsi terapeutici mirati alla comprensione, all'elaborazione ed al superamento del lutto.
Nessun lavoro sul lutto potrà “riportare, restituire” la persona persa, ma
un buon lavoro terapeutico sul lutto consentirà di dare e trovare spazio al proprio dolore, di attraversare e sostenere il vuoto che inevitabilmente è connesso alla perdita, di trovare nuovi possibili orizzonti di senso e un nuovo adattamento alla realtà che tristemente è venuta a crearsi, di trovare quindi un nuovo rapporto con la mutata realtà ossia quella del “dopo” così dolorosamente diversa da prima.
Dr.ssa Debora Guerra
Psicologo Psicoterapeuta Rimini